Paulo Freire, grande pedagogista brasiliano, autore di testi, tra cui “La Pedagogia degli Oppressi”, cui noi operatori dell’AVIS spesso facciamo riferimento, ha trattato i temi dell’educazione con profonda umiltà, lungimiranza e saggezza.
Due righe da tener sempre con sè quando ci si trova tra i banchi di scuola…
“Noi educatori ed educandi non possiamo in realtà sottrarci al rigore etico (…).L’etica di cui parlo non è l’etica spicciola, ristretta, del mercato, che si sottomette obbediente agli interessi del profitto. A livello internazionale ha fatto la sua comparsa la tendenza a considerare gli effetti del nuovo ordine mondiale come naturali e inevitabili (…).L’etica di cui parlo è quella che sa di subire un affronto nelle manifestazioni di discriminazione di razza, di genere, di classe. E’ per questa etica inseparabile dalla pratica educativa, non importa che si lavori con bambini, giovani, adulti, che dobbiamo lottare. E il miglior modo di lottare per essa è quello di viverla nella nostra pratica, quella di esserene testimoni vivaci nei confronti di chi educhiamo, nelle nostre relazioni reciproche. (…)Formazione scientifica, correttezza etica, rispetto verso gli altri, coerenza, capacità di vivere e apprendere con il diverso, non permettere che il nostro malessere personale o la nostra antipatia nei confronti dell’altro ci spingano ad accusarlo di cose che non ha fatto: tutti questi sono doveri a cui dobbiamo attendere con umiltà e con perseveranza”.
(Freire,in Pedagogia dell’autonomia) |
Quanta verità !